Conversano, 27.11.2016
Carissimi,
dopo aver vissuto l’Anno Santo della Misericordia con grande coinvolgimento interiore, iniziamo oggi un nuovo Anno liturgico mettendoci alla sequela di Cristo, Signore del tempo e della storia, che è presente in mezzo a noi e viene ad offrirci la sua pace e la sua gioia. Come vi dicevo nella celebrazione conclusiva del Giubileo, l’Anno della Misericordia non può essere semplicemente archiviato nei nostri ricordi. Il Santo Padre, nella Lettera Apostolica Misericordia et misera, donataci a conclusione dell’anno giubilare, ci ricorda che siamo chiamati a celebrare la misericordia attraverso l’incontro vivo con Cristo che si realizza nell’ascolto della sua Parola e nei Sacramenti (cf n. 5). Abbiamo la possibilità di accogliere il tempo forte dell’Avvento come un tempo favorevole per metterci in ascolto della Parola, soprattutto mediante la pratica della Lectio divina, e per celebrare la presenza del Signore in mezzo a noi nell’Eucarestia e nel perdono, offerto a noi nel Sacramento della Riconciliazione. Sperimenteremo così la gioia del suo amore misericordioso, il suo farsi umile e piccolo per venire incontro alla nostra umanità.
Con un’ulteriore provocazione Papa Francesco, nella stessa Lettera, chiede a tutti noi di “dare spazio alla fantasia della misericordia per dare vita a tante nuove opere di misericordia” (n. 18) e a “far crescere una cultura della misericordia, basata sulla riscoperta dell’incontro con gli altri” (n. 20). Queste parole ci sollecitano a vivere la carità in maniera vivace e creativa, non come un semplice esercizio di opere buone, ma come prolungamento di quella misericordia ricevuta da Dio, che diventa visibile nell’attenzione solidale ai fratelli. Il nostro cammino verso il Natale perciò deve essere arricchito da scelte di gesti di carità che esprimano l’amore soprannaturale verso il prossimo, nel quale si scorge il volto di Gesù Cristo, Dio fatto uomo.
In questa luce vorrei che si inserisse la proposta dell’Avvento di fraternità, che in questo anno avrà come obiettivo sostenere la nuova Casa della Carità a Monopoli. Essa vuole essere non soltanto segno del cammino giubilare appena concluso, ma ancor più stimolo per avviare nuovi progetti di misericordia, che si potranno in seguito realizzare in altre Città della Diocesi. Ciò che vi domando, perciò, non è una semplice raccolta di fondi, quanto piuttosto favorire la riscoperta di quella verità che il Concilio Vaticano II ha così sintetizzato nella Gaudium et spes: “con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo” (n. 22). Non dimentichiamo mai che la carne del Salvatore, assunta dal Verbo eterno attraverso Maria di Nazaret, continua ad essere viva nella carne di ogni uomo che si affaccia nella storia, specie nella carne di chi soffre.
Accogliamo allora come dono prezioso l’Avvento e rendiamolo tempo propizio per ritemprare le nostre forze attingendo alla sorgente perenne dell’amore di Dio. Impariamo dal Signore a farci buoni samaritani di tutti coloro che sono feriti dalla vita e che attendono, lungo le strade della storia, chi possa fermarsi a versare sulle ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza.
Affido a Maria, Madre Immacolata del Redentore, il nostro cammino d’Avvento. Sia Lei a ispirarci i gesti della carità e ci aiuti ad accogliere nel cuore la Parola di vita perché diventi nostra carne.
Tutti vi benedico di cuore.
+ Giuseppe Favale