“Dell’aurora tu sorgi più bella,
coi tuoi raggi fai lieta la terra
e fra gli astri che il cielo rinserra
non v’è stella più bella di te!”
Accogliendoti come ogni anno, all’alba di un giorno che a noi monopolitani è particolarmente caro, mi rivolgo a te o Madonna della Madia con le parole cariche di poesia di un canto popolare che la nostra gente ama eseguire contemplandoti nel tripudio di un cuore in festa. Dinanzi a te, piena di grazia e bellezza immacolata, come si può rimanere indifferenti? Sì, sei la più bella tra le creature perché sei riflesso perfetto della santità di Dio. Tutto in te ci parla di Dio e Dio ha fatto di te il capolavoro di tutta la creazione. Nulla è pari a te!
In quest’ora suggestiva, che ci lascia intravedere all’orizzonte del nostro bellissimo mare le prime luci di un nuovo giorno, tutta Monopoli si è riversata nelle strade per rivivere qui al porto l’esperienza che tante generazioni prima di noi hanno vissuto sin da quel lontano 16 dicembre 1117, quando la tua dolce Icona giungeva dall’oriente, foriera di un messaggio di speranza.
Utilizzando ancora le parole del canto, tutti noi, facendoci eco della moltitudine dei credenti della nostra terra, di oggi come di ieri, ti diciamo:
“Bella tu sei qual sole,
bianca più della luna
e le stelle le più belle
non son belle al par di te”.
Nel cantare la tua bellezza, io sono voce di questo popolo che ti ama, che cerca il tuo sguardo, che vuole rifugiarsi tra le tue braccia, perché sa che tu sei la più tenera tra le madri e che nel tuo abbraccio c’è difesa e protezione da ogni pericolo. Questa mattina, con la toccante rievocazione dell’approdo della tua Sacra Icona, non stiamo inscenando uno spettacolo religioso, ammirato dai più ma che rischia di trasformarsi in semplice folklore. No, quella che viviamo è una festa di famiglia, dove i figli si raccolgono intorno a te, Madre dolcissima, non solo per esaltare la tua bellezza ma anche per ricevere da te una parola che orienti il cammino e aiuti il discernimento a cui siamo chiamati per fare della storia, della nostra storia, un seme del futuro Regno di Dio. Non possiamo allontanarci da questo luogo allo stesso modo in cui siamo arrivati. Vogliamo portare con noi un messaggio che dia senso al nostro essere figli di Dio, oggi, in questo tormentato e promettente tempo.
Per rilanciare il nostro impegno ad essere fermento di vita nel mondo, dalle tue labbra sentiamo rivolte e noi le parole che il profeta Isaia rivolgeva al popolo d’Israele per rincuorarlo e invitarlo al rinnovamento: “Ascoltatemi, voi che cercate il Signore; guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti” (Is 51, 1). Il profeta Isaia invitava il popolo a recuperare le proprie radici, a richiamare alla memoria la storia dei padri, che nella fede avevano risposto al Dio che si rivelava e avevano così toccato con mano la vicinanza di Dio, che interveniva per custodire e orientare il cammino spesso difficile di Israele.
Questa mattina chiedi anche tu a noi di richiamare al nostro cuore il cammino delle generazioni passate, che confidando nella tua protezione hanno saputo tenere viva la fede, trasmettendola con convinzione fino ai nostri giorni. Noi siamo i figli di questa fede, che ha attraversato i secoli e che ha prodotto innumerevoli frutti ancora oggi visibili nella nostra Città. Penso non tanto ai luoghi di culto così ricchi di devozione, di fascino e di arte e che rendono unico il tessuto urbano di Monopoli, quanto piuttosto ai tanti segni di santità e di carità che hanno illuminato il cammino della nostra comunità. Una santità feriale quella vissuta tra le nostre case, nelle nostre famiglie, tra i nostri preti e tra i consacrati, una santità che ha dato frutti di straordinario valore soprattutto nell’esercizio della carità.
Nel corso dei secoli, sicuramente ispirati dal tuo esempio di donna coraggiosa nel servizio, sono sorti tanti luoghi di accoglienza che dicono dell’attenzione alle fasce più deboli ed emarginate della popolazione. La storia della nostra Città parla di una comunità dal cuore grande. Corroborati da questa preziosa eredità, aiuta anche noi, o amata Madonna della Madia, ad essere – per il nostro tempo – credenti che vivono con convinzione e coerenza la fede, che sanno dare volto alla carità, aprendo il cuore e le braccia al prossimo, che spesso ci scomoda nelle nostre sicurezze.
Fa’ che nelle nostre parrocchie si respiri un clima di gioiosa fraternità, rendi le nostre famiglie luoghi dove si vive l’amore e si educa all’amore, fortifica in tutti i responsabili della cosa pubblica il desiderio di spendersi senza sosta per far crescere il bene comune, che è attenzione ai bisogni di tutti, consolida l’entusiasmo in coloro che sono impegnati nell’ambito educativo, perché diano alle nuove generazioni non solo cultura ma anche passione per la bellezza della vita.
O Madonna della Madia, permettimi di affidarti soprattutto le nuove generazioni: sono il nostro futuro e sono coloro che devono mantenere viva la fiamma della fede nella nostra Città. Sono splendidi i nostri ragazzi e i nostri giovani! Mantieni fresco il loro entusiasmo e fa’ che trovino sempre in noi adulti esempi luminosi che spronino a non svendere quei valori che sono la radice per sviluppare una umanità piena.
Tutto questo ti chiediamo con amore sconfinato, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.