Lettera di vicinanza ai preti

20-03-2020

Cari Confratelli,

vi raggiungo per rinnovare a tutti la mia vicinanza in queste ore dolorose e drammatiche per le notizie che si susseguono costantemente. Non dobbiamo perderci d’animo. Il Signore è con noi, non ci abbandona! Non siamo soli. Il suo amore custodisce l’umanità intera e non può permettere che soccomba in questo momento difficile. Manteniamo noi per primi la serenità interiore per poter confortare e sostenere le persone che ci sono affidate. Questo sarà frutto della nostra costante unione con il Signore Gesù attraverso la preghiera e la celebrazione dell’Eucarestia. Non dimentichiamo che il nostro primo servizio nella comunità è la preghiera, non dimentichiamolo soprattutto in questo momento. Proprio stamattina, alle Lodi, abbiamo avuto tra le mani un testo del profeta Geremia (14, 17-21) che sembra adatto al momento storico che viviamo e che può aiutarci nella preghiera. Lo potremmo usare proprio per esprimere al Signore i sentimenti nostri e del popolo affidatoci.

Vi chiedo di attenervi alle disposizioni date sia da me e dai vescovi italiani sia dalle autorità civili e sanitarie del nostro Paese. È fondamentale in questo frangente essere concordi nell’osservare le decisioni che nascono esclusivamente dall’interesse per il bene comune. Consideriamo che non è facile per chi ha la responsabilità della cosa pubblica in ambito ecclesiale e civile assumere decisioni, che a prima vista possono essere anche impopolari. Proprio stamattina il Santo Padre chiedeva di pregare per loro e così diceva all’inizio della Santa Messa: “

Ieri ho ricevuto un messaggio di un sacerdote del bergamasco che chiede di pregare per i medici di Bergamo, Treviglio, Brescia, Cremona, che stanno al limite di lavoro; stanno dando proprio la propria vita per aiutare gli ammalati, per salvare la vita degli altri. E preghiamo anche per le autorità; per loro non è facile gestire questo momento e tante volte soffrono delle incomprensioni. Che siano medici, personale ospedaliero, volontari della salute o le autorità, in questo momento sono colonne che ci aiutano ad andare avanti e ci difendono in questa crisi. Preghiamo per loro”. Faccio mie queste parole e invito tutti a pregare per coloro che nei nostri territori sono preposti alla gestione dell’emergenza sui vari fronti dove operano, perché il Signore li assista in quest’ora gravida di incognite. Nello stesso tempo, fatte salve le giuste autonomie, rendiamoci disponibili a collaborare con loro, anche solo attraverso piccoli gesti, che dicano la vicinanza e la solidarietà con il loro lavoro.

So che vi state interrogando su come vivere la Pasqua, ormai alle porte. Sono informato che sta girando copia di un Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti che tratta dell’argomento. Mentre vi scrivo, ancora non mi è giunta alcuna comunicazione ufficiale del documento dalla CEI. Vi dico questo perché sinora ci siamo sempre mossi in sintonia con quanto sia la CEI sia la CEP hanno indicato. Abbiate perciò la bontà di pazientare ancora un po’. Certamente per i primi giorni della prossima settimana avremo un quadro più chiaro su come muoverci e di conseguenza potrò dare disposizioni a riguardo.

Prendete piuttosto conoscenza del Decreto della Penitenzieria Apostolica circa la concessione di speciali Indulgenze ai fedeli nell’attuale situazione di pandemia, perché ne possiate parlare con i parrocchiani attraverso gli strumenti che state usando in questi giorni per comunicare con loro. Nello stesso tempo, vi invito a leggere anche la nota della stessa Penitenzieria circa il Sacramento della Riconciliazione, dove si richiama la possibilità in situazioni eccezionali dell’assoluzione collettiva. Vi prego di considerare attentamente quanto la disciplina sacramentale – che viene presentata nel Decreto – prevede a riguardo e cioè che solo il Vescovo diocesano può determinare i casi di grave necessità nei quali è lecito impartire l’assoluzione collettiva. Pertanto, a nessun presbitero è data la facoltà di muoversi autonomamente nella scelta di questa forma eccezionale di riconciliazione sacramentale.

Cari amici Presbiteri, coraggio! Sursum corda! Affrontiamo questo tempo sostenuti dalla fede. Come ci diceva ieri nella seconda lettura della Messa l’Apostolo Paolo parlando di Abramo: “egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza” (Rom 4,18). Imitiamo il nostro comune Padre nella fede in quest’ora buia, sperando contro ogni speranza. Il Signore ci farà risorgere dall’angoscia e dalla desolazione che stiamo sperimentando. Non dimentichiamo che intercedono per noi la Santa Madre di Dio, San Giuseppe e i nostri Santi Patroni.

Vi raggiungo tutti con affetto sincero mediante un grande abbraccio “virtuale”! Sappiate che accanto a voi trovate sempre il vostro Vescovo, che vi stima e prega per voi e le vostre comunità.

Vi benedico!

+ Giuseppe Favale, vescovo

Lettera di vicinanza ai preti del 20.03.2020 (1)