Omelia per l’Ordinazione presbiterale di don Leonardo Paolillo

Omelia
27-04-2025

Omelia per l’Ordinazione presbiterale di don Leonardo Paolillo

dei Missionari del Preziosissimo Sangue

27 aprile 2025 II Domenica di Pasqua

 

Carissimi fratelli e sorelle,

oggi abbiamo accompagnato al riposo eterno, consegnandolo al Buon Pastore, l’amato Papa Francesco, che ha concluso la sua lunga e operosa giornata terrena nel contesto gioioso della celebrazione pasquale. Dopo aver servito con amorevole dedizione la Chiesa, egli è entrato nella luce del Risorto per ricevere la ricompensa riservata agli operai del Vangelo. Egli è nell’abbraccio della Trinità Santissima e dal Cuore di Dio certamente continuerà a servire la Chiesa e l’intera umanità con la sua intercessione. E dal cielo continuerà ad accompagnare te, carissimo Leonardo, che oggi ricevi il dono inestimabile del Sacerdozio ministeriale, che ti renderà icona viva di Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote e Pastore buono. Sì, è vero, a prima vista può sembrare che l’evento della morte del Santo Padre Francesco veli di mestizia questa nostra celebrazione, che per sua natura è gioiosa. Però, a ben riflettere, siccome nulla avviene per caso nella nostra vita, io voglio leggere questa coincidenza come una Provvidenza. Amo pensare che la figura e soprattutto l’opera del Papa defunto ti vengano consegnate dal Signore perché possano essere fonte di ispirazione al tuo ministero, chiamato ad essere fecondo nella radicalità dell’amore.

Un ministero che non si esprime con i segni dell’amore, che diventa dono di sé, rischia di essere insignificante e sterile, e di conseguenza non fa crescere la Chiesa e paralizza l’annuncio del Vangelo. Caro don Leonardo, mentre inizi il tuo cammino rivestito di Spirito Santo, senti accanto a te la figura amabile di Papa Francesco, che ti incoraggia ad osare, ad andare oltre,  a rischiare, a non aver paura di metterti in gioco fino in fondo, un po’ come hanno fatto gli Apostoli, che dopo la Pentecoste si sono lanciati nell’avventura esaltante dell’evangelizzazione, creando un movimento di popolo scosso e travolto dalla forza della Parola che veniva donata e dai segni e prodigi che accompagnavano la predicazione del Vangelo, di cui ci ha dato testimonianza il brano del libro degli Atti, ascoltato nella prima lettura.

Carissimo Leonardo, oggi, insieme a te, insieme all’Istituto dei Missionari del Preziosissimo Sangue, insieme alla tua famiglia, è l’intera Chiesa a vestirsi a festa. L’abito della gioia viene consegnato a te, che ricevi un dono personale che ti configura a Cristo, ma viene consegnato anche a noi che siamo i destinatari del tuo servizio, perché il Signore chiama per mandare e per servire nel suo nome i fratelli e le sorelle che egli ti farà incontrare. Tutti, nessuno escluso, dobbiamo coinvolgerci nell’esperienza della gioia, che in questi giorni raggiunge la sua pienezza grazie alla presenza del Risorto in mezzo a noi. Anche noi, come i discepoli la sera di Pasqua, gioiamo nel vedere il Signore, contemplandolo con i segni della passione, che ci parlano del suo amore: “mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore”. Dalla sera di quel giorno, il primo della settimana, di otto giorni in otto giorni – in quello che noi chiamiamo il Giorno del Signore – il Risorto assicura la sua presenza in mezzo ai suoi e quando viene nulla rimane come prima, al punto tale che gli occhi si riempiono di luce: “abbiamo visto il Signore!”, esclamano pieni di stupore i discepoli.

Abbiamo visto il Signore!”, questo, carissimo Leonardo, è quanto la Chiesa deve comunicare nella trasmissione della fede, di generazione in generazione. La Chiesa cresce per attrazione e non per proselitismo, ha ripetuto tante volte Papa Francesco, richiamandosi all’insegnamento di Papa Benedetto. In questa linea, vedi il tuo ministero come condivisione di un incontro che ha cambiato la tua vita, una esperienza di innamoramento che ha riscaldato il tuo cuore. Contagia il mondo diffondendo il profumo dell’amore di Cristo. La parola che fiorirà sulle tue labbra attingerà certamente la sua forza dalla verità del Vangelo e dalla ricchezza del Magistero della Chiesa, però ricorda che sarà efficace e toccherà i cuori se sarà accompagnata dalla limpidezza di una testimonianza che narra la bellezza di un incontro con Colui che è via verità e vita.

Pace a voi!”. Così il Risorto si presenta ai discepoli chiusi nel cenacolo per timore dei Giudei. E subito dopo quel saluto, mostra loro le mani e il fianco, le ferite del suo amore, segni che parlano del Sangue Prezioso versato per noi. Caro Leonardo, è da queste ferite gloriose che nasce il Sacerdozio di Cristo che oggi viene a te trasmesso e dal suo Cuore squarciato scaturisce il fiume della Grazia che santifica: attraverso le tue mani – ovvero attraverso la tua mediazione – questo fiume raggiungerà i tanti che vorranno dissetarsi alle sorgenti della salvezza.

Nella pagina del Vangelo, incontriamo i discepoli raccolti in un luogo chiuso e impauriti. Eppure, è proprio lì che il Risorto entra e si fa presente, mostrando le sue piaghe e donando la pace, e dice loro: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. E poi soffia su di loro, anticipando la Pentecoste: è il dono dello Spirito Santo per la missione.

Caro Leonardo, oggi anche tu ricevi questo soffio. Oggi il Signore entra nel “cenacolo” della tua vita – con le sue paure e le sue speranze – e ti dice: “Ti mando”. Ti manda come sacerdote, come ministro del suo Sangue, come testimone della sua misericordia.

La tua famiglia religiosa, dedicata al Preziosissimo Sangue di Cristo, custodisce nel cuore proprio questa missione: proclamare al mondo che dalle piaghe del Risorto scaturisce la salvezza. Il sangue di Cristo non è soltanto memoria di un sacrificio passato; esso è linfa viva, è misericordia che scorre ancora oggi nella Chiesa, specialmente attraverso i sacramenti. Il carisma del tuo Istituto ti chiede di essere testimone del potere salvifico del Sangue di Cristo. Questo deve portarti a stare accanto alle ferite del mondo – le ferite causate dalla solitudine, dall’ingiustizia, dalla povertà, dalla emarginazione, dal peccato – e qui devi annunciare che Cristo non è fuori ma dentro le storie di fragilità. Ed egli è dentro perché vuol condividere la fatica del vissuto quotidiano, vuole sostenere il cammino e vuole rialzare da ogni caduta.

Tu, come sacerdote, sarai strumento di questo Sangue che parla più forte di quello di Abele. Annuncia il valore infinito del Sangue di Cristo, sparso per amore, sparso per tutti. Raccogli, custodisci e dona il Sangue della Nuova Alleanza. Ogni volta che celebrerai l’Eucaristia, ogni volta che assolverai un penitente, ogni volta che ascolterai, benedirai, accompagnerai qualcuno, sarà Cristo che agirà attraverso di te, facendo scorrere il suo Sangue nella vita di quella persona. Questo richiede da parte tua un processo di assimilazione dei sentimenti del Cuore di Cristo, per conformarti sempre di più a lui. Quanto è vero per noi pastori poter arrivare a dire con l’Apostolo: “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2, 20). Nel brano dell’Apocalisse, l’apostolo Giovanni ci ha parlato del Cristo glorioso, “colui che era morto ma ora vive per sempre”. Sia Lui il centro del tuo sacerdozio. Non le tue capacità, non i tuoi sogni, nemmeno le tue ferite. Ma Lui. Il sacerdote è uomo della Pasqua, cioè è un uomo ferito che ha incontrato la Vita. Sii testimone di questa speranza, anche nei momenti difficili del tuo ministero.

Carissimo Leonardo, diventi sacerdote nella Domenica della Misericordia e nel corso dell’anno giubilare della speranza. Non è un caso. Il tuo ministero sarà chiamato sempre a rivelare il volto misericordioso del Padre. Sarai, per grazia, “icona del Buon Pastore”, colui che non spegne il lucignolo fumigante, che va a cercare la pecora perduta, che non si stanca mai di amare. Lascia che il tuo cuore si plasmi ogni giorno mediante la preghiera, intrisa di Parola e di Eucaristia. Esercitati nella carità vissuta nelle scelte di ogni giorno. Una carità che ti porta a godere innanzitutto della fraternità realizzata con i tuoi confratelli, accogliendoli come un dono di Dio. Ama la tua famiglia religiosa e i tuoi confratelli. Le comunità, a cui l’obbedienza ti porterà nel corso della tua vita, considerale non come una semplice aggregazione di persone messe assieme dal caso, ma come luoghi dove si fa visibile l’amore della Trinità. Solo così potrai essere profeta della speranza che sa portare luce anche nel buio della prova. E questa luce portala anche nelle comunità ecclesiali dove eserciterai il tuo ministero pastorale. Ricorda che non sei ordinato presbitero per metterti sopra la comunità, ovunque e qualunque essa sia, ricoprendo un semplice ruolo di leader. Sei ordinato per spendere le tue forze nella Chiesa: per servire, per guidare, per edificare, per spezzare il pane della Parola e dell’Eucaristia, per far camminare nella storia un popolo amato da Dio. Fallo con lo stile del servo, del fratello, del pastore che dà la vita.

E a voi, cari fratelli e sorelle, chiedo di pregare per don Leonardo e per i sacerdoti che guidano il vostro cammino di fede. Sosteneteli con l’amicizia, con l’affetto, con la vostra collaborazione e insieme a loro sentitevi corresponsabili del servizio alla Parola. Noi Pastori non siamo supereroi; siamo uomini chiamati ad un compito grande, a volte feriti dalle nostre stesse fragilità, certamente innamorati di Cristo. E abbiamo tanto bisogno di essere custoditi dalla vostra preghiera.

Permettete una parola di saluto e di gratitudine che rivolgo a tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nell’esperienza di vita e di fede di don Leonardo. La famiglia e la città di Putignano, la comunità parrocchiale di S. Filippo Neri e i Missionari del Preziosissimo Sangue, qui rappresentati da diversi confratelli e dal Superiore provinciale don Benedetto Labate. Grazie a tutti per ciò che avete donato a Leonardo. Ognuno di voi è un tassello prezioso del mosaico che impreziosisce la vita di Leonardo. Un grazie particolare lo rivolgo a te don Leonardo e a don Benedetto per avermi invitato a presiedere questa celebrazione. Per me è un grande dono!

Alla Vergine Maria, donna del Calvario, testimone silenziosa del Sangue versato sulla Croce dal Redentore e Madre della Misericordia, affidiamo questo nostro fratello. A san Gaspare del Bufalo, fondatore della vostra famiglia religiosa, e al Beato Giovanni Merlini chiediamo di sostenerlo perché possa tener viva ogni giorno la passione per il Sangue di Cristo.

Caro Leonardo, lasciati ora possedere dalla forza dello Spirito Santo, che invocherò su di te con l’imposizione delle mie mani. Auguro che tu sia sempre uomo dell’altare e della strada, uomo del Sangue e della Parola, uomo di Dio e dei fratelli. E quando avvertirai la fatica del lavoro apostolico, quando sarai attraversato da un senso di smarrimento e di sconforto, quando sarai tentato di cadere nella mediocrità, fermati, alza lo sguardo verso il Risorto e, insieme all’Apostolo Tommaso, grida la tua fede: “Mio Signore e mio Dio!”. Sii certo, la carezza di Dio non mancherà per ridarti coraggio e riprendere il cammino! Buon cammino, allora, nella gioia del Signore Risorto!