Conversano, 30 aprile 2016
«Benedetto colui che viene nel nome del Signore».
È il saluto che ti rivolge tutta la Chiesa di Conversano-Monopoli.
Sii benedetto dal Signore, carissimo Vescovo Giuseppe.
Ti diciamo grazie per aver detto sì al Signore e aver accettato di venire in mezzo a noi col bastone del pellegrino per portarci l’unica ricchezza che vale la pena possedere: Gesù Cristo.
Al momento della tua elezione, superato l’iniziale momento di smarrimento e di trepidazione, una parola è risuonata nel tuo cuore ed è sgorgata dalle tue labbra, raggiungendo i nostri orecchi: “sono contento“.
Anche noi siamo contenti. Ci sentiamo come te e con te “contenuti”, immersi cioè, nel progetto di salvezza della Divina Volontà. Un progetto di amore e di misericordia che ci avvolge tutti e ci coinvolge nella missione della Chiesa. Come te e con te siamo certi che il Signore non abbandona coloro che confidano in Lui.
Tu entri oggi nel cuore di questa Chiesa particolare, “mistero e sacramento di quella salvezza”, che mai finiremo di vivere e di scoprire.
Questa Chiesa, evidentemente “santa”, ma pur sempre bisognosa di purificazione, di rinnovamento interiore ed esteriore, è la Chiesa che il Signore ti affida e che ti viene “consegnata” dal Vescovo Domenico.
Il tuo arrivo è per noi il segno che il mistero di questa Chiesa continua, che la sua missione procede, deve procedere anche in contesti sociali, culturali e religiosi inediti che spesso ci rendono pensosi, a volte preoccupati.
Infatti anche nella nostra Chiesa, nella nostra storia, nel nostro territorio non mancano segni di ferite, di offese, di inadempienze antiche e nuove, di incomprensioni, di ritardi, segni di povertà vecchie e nuove, segni di sofferenza.
Ma è una Chiesa che non si lascia rubare la speranza. E’ una Chiesa relativamente giovane, con tante potenzialità positive e aperta a sempre nuove prospettive. E tanti sono i segni positivi, doni dello Spirito, che tu, con la pazienza del buon pastore cercherai e troverai, quando dalla cattedra sulla quale sei salito questa sera, scenderai per raggiungerci nelle “nostre” periferie. Posso assicurarti che in tutti noi troverai piena disponibilità ad accogliere il messaggio della “Evangelii gaudium” e a costruire con te la Chiesa che piace e che sogna Papa Francesco.
«Mi piace – ha detto al Convegno ecclesiale di Firenze del novembre scorso – (mi piace) una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza.
Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà».
Sarà bello realizzare e vivere con te l’umanesimo cristiano che «stabilisce tra ogni essere umano una fondamentale fraternità, insegna a comprendere il lavoro, ad abitare il creato come casa comune, fornisce ragioni per l’allegria e l’umorismo, anche nel mezzo di una vita molto dura».
Tu guida e aiuta tutti noi! E questo sarà per noi motivo di rinnovata speranza, di fiducia, di disponibilità pastorale e anche di “allegria” e di “umorismo”, di cui tanto spesso c’è bisogno.
Perciò, carissimo Vescovo Giuseppe, ti diciamo: “grazie”. «Sii benedetto dal Signore» e anche da questa nostra Chiesa che oggi, “guardando al Signore”, prega per te e con te, ti accoglie con affetto, ti saluta con entusiasmo e ti stringe in un abbraccio infinito.
Benvenuto, Vescovo Giuseppe!!!
Don Vito Domenico Fusillo