Si conclude un anno pastorale in cui abbiamo voluto riscoprire lo stile sinodale
come stile di Chiesa, ma la sinodalità non è un tema che può semplicemente chiudersi
per poi passare al prossimo. Quest’anno ci siamo esercitati nella sinodalità
attraverso il discernimento nelle parrocchie e nelle zone pastorali (trovate in questo
numero di Impegno un primo resoconto sintetico di questo lavoro), ci siamo
impegnati per rinnovare gli organismi di partecipazione delle nostre comunità, ci
vedremo il 19 e 20 giugno prossimi a Putignano (tutti i presbiteri e i membri dei
nuovi consigli) per terminare insieme la fase di ascolto e discernimento comunitario
di quest’anno. Tutto questo processo è stata una palestra di sinodalità: ci siamo
preparati, abbiamo ascoltato, ci siamo confrontati, abbiamo anche incontrato diverse
difficoltà e qualche incomprensione, ma dalle sintesi è emersa anche la
bellezza, la soddisfazione e l’arricchimento che è scaturito per molti in questo
processo. Continuare ad esercitarci nella sinodalità non significa discutere in
modo infinito, camminare senza meta o dialogare senza fine, continuare nel cammino
sinodale significa fare del discernimento comunitario il metodo ordinario
dell’azione pastorale. Non c’è un momento in cui possiamo dire “Abbiamo fatto
discernimento, adesso cominciamo ad agire”: il processo di dialogo è già azione e,
allo stesso modo, nessuna azione è possibile senza continuare ad ascoltare. Il
discernimento messo in atto quest’anno aiuterà sicuramente la diocesi, le zone e le
parrocchie a delineare alcune priorità o scelte pastorali, ma questo sarà possibile
solo se, mentre mettiamo in atto queste scelte e le verifichiamo, continuiamo ad
ascoltare Dio, ad ascoltarci tra noi e ad ascoltare la società in cui viviamo.
L’alternativa, se non proseguiamo ad attivare questi processi di sinodalità, è quella,
inevitabilmente, di camminare ognuno per conto suo, ma questo non è lo stile della
Chiesa. “Camminare. È una delle parole che preferisco quando penso al cristiano
e alla Chiesa… Penso che questa sia veramente l’esperienza più bella che
viviamo: far parte di un popolo in cammino, in cammino nella storia, insieme
con il suo Signore, che cammina in mezzo a noi! Non siamo isolati, non camminiamo
da soli, ma siamo parte dell’unico gregge di Cristo che cammina insieme”
(Papa Francesco, Assisi, 4 Ottobre 2013).
Allora, buon cammino a tutti!
Don Francesco Zaccaria