Messaggio per la Quaresima 2024

Carissimi fratelli e sorelle,

con il Mercoledì delle Ceneri iniziamo un tempo di Grazia, la Quaresima, che vuole segnare un passaggio particolare dello Spirito nella Chiesa e nella vita di ciascuno di noi. Vivremo un percorso penitenziale, guidati dalla Parola del Signore: cammino che culminerà nel Triduo pasquale della morte, sepoltura e resurrezione del Signore Gesù.

Nella liturgia delle Ceneri, dalla pagina del Vangelo di Matteo (6,1-6.16-18) giungeranno a noi le sollecitazioni opportune per vivere bene questo tempo. È un percorso che il Signore ci offre per compiere il passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo, rivestito di Cristo, che è il fine stesso del cammino quaresimale. Si tratta di recuperare quegli aspetti della vita cristiana che permettono il cambiamento/rinnovamento del nostro cuore: elemosina, come carità e solidarietà; preghiera, come primato di Dio e sguardo amorevole verso di lui; digiuno, come sobrietà e rinuncia a ciò che non è essenziale per un bene maggiore.

In questa Quaresima, permettete che sottolinei l’impegno a vivere con particolare coinvolgimento la gioia della preghiera, radice feconda per l’uomo di fede. Senza preghiera infatti la fede rischia di essere sterile e insignificante. Anzi, facilmente lascia il posto alla superstizione e alla magia, radici velenose che danno la morte al cuore dell’uomo.

Siamo sollecitati a questo anche dal Santo Padre Francesco, che, in preparazione al Giubileo del 2025, ha voluto dedicare l’anno da poco iniziato alla preghiera. Facciamo diventare la Quaresima 2024 come un’occasione per maturare in questa importante esperienza della vita cristiana. Vorrei che tutti giungessimo alla Pasqua con la consapevolezza che è bello per noi stare con Lui, che non è tempo perso quello trascorso nella contemplazione del Suo volto, che la Sua Parola è il vero fuoco che riscalda il cuore. Solo se saremo totalmente afferrati dalla Sua presenza potremo essere pellegrini di speranza in un mondo sempre più schiacciato da incubi di morte.

Riascoltiamo allora la parola di Gesù: quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.  Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà (Mt 6,5-6).

L’invito che egli ci rivolge è ad una preghiera autentica, che nasce da un cuore che ama. Non una forma di esibizione o di spettacolarizzazione – è sempre in aguato questo rischio nel cammino di fede! – ma un’esperienza profonda, intima, aperta al dialogo con Dio e via per crescere sempre più nella relazione d’amore con Lui.

Gesù diventa Egli stesso maestro di preghiera. Nel Vangelo egli non lascia tanto insegnamenti su come farla o cosa dire, quanto piuttosto si mostra modello a cui guardare per imparare a pregare. Proprio dopo che lo videro pregare, i discepoli gli rivolsero la richiesta Signore insegnaci a pregare (cf. Lc 11,1). E dal Cuore di Cristo sgorga quella che è la sua preghiera al Padre e che egli ci offre perché diventi la nostra preghiera, il Padre nostro. La preghiera del Figlio deve essere la preghiera dei figli! In essa vi è la sintesi del Vangelo ed è delineato il percorso che dalla conoscenza del Padre e dalla fiducia in lui porta a relazioni nuove con i fratelli. Solo chi vive nell’amore del Padre riesce a sentire gli altri come fratelli e sorelle e non come estranei.

È quel che ha fatto Gesù. Gli evangelisti ci riportano i momenti passati da solo, sul monte, spesso trascorrendovi l’intera notte. Nel dialogo con il Padre egli si è confrontato con la sua volontà e, attingendo alla relazione con lui, ha poi mostrato il volto del Padre con i gesti della tenerezza e della misericordia, guarendo gli infermi e perdonando i peccatori.

Carissimi, riscopriamo la fecondità apostolica della preghiera. Se sapremo stare con il Signore, sapremo stare anche con i nostri fratelli e nessuno potrà essere escluso dall’orizzonte della nostra carità. Chi prega, ama; chi prega, serve; chi prega, sa donare la propria vita!

Chiedo soprattutto a voi, cari fratelli Presbiteri, un impegno maggiore per aiutare tutti i nostri fedeli a vivere la Quaresima come scuola di preghiera. Facciamo innanzitutto riscoprire la bellezza della preghiera comunitaria, come esperienza di un popolo che dialoga con il suo Signore, si mette in ascolto della sua Parola ed insieme loda il Dio dell’amore. Non si può dimenticare la forza della preghiera comunitaria soprattutto nella Celebrazione eucaristica, cuore pulsante di ogni comunità cristiana. Il mio invito accorato che a tutti rivolgo è a curarla sempre meglio. Viviamola con coinvolgimento interiore innanzitutto noi pastori e così introdurremo i nostri fedeli alla comprensione sempre più profonda dei Santi Misteri (mistagogia). Non dimentichiamo quanto Sacrosantum Concilium afferma circa la presenza efficace di Cristo nella liturgia: Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche. È presente nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro, essendo egli stesso che, «offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso tramite il ministero dei sacerdoti», sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei sacramenti, al punto che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza. È presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa prega e loda, lui che ha promesso: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro» (SC 7). Nutriti dalla Parola e dall’Eucaristia, nella preghiera comunitaria cresciamo come popolo di Dio mentre avvertiamo la gioia indicibile dell’essere un cuor solo e un’anima sola.

La preghiera comunitaria per essere vitale ha bisogno di essere supportata dalla preghiera personale, senza la quale rischia di essere un corpo senza anima. Cari Confratelli, facciamoci educatori alla preghiera personale dei nostri fedeli e voi, cari fratelli e sorelle, rendetevi disponibili all’avventura spirituale dello stare con il Signore. Impariamo l’arte del silenzio interiore e facciamo sì che la Parola possa zittire chiacchiere mie (Clemente Rebora). Solo nello stare a tu per tu con il Signore si maturano le scelte secondo il cuore di Cristo. In Quaresima ritagliamoci spazi e tempi per la preghiera silenziosa ogni giorno, a casa o passando da una chiesa, soprattutto mettendo a tacere le tante, e spesso inutili, parole che soffocano le nostre giornate. Impariamo a vivere quel raccoglimento che permette di gustare e vedere quanto è buono il Signore (cf. Salmo 33,9).

Sì, è proprio vero, la preghiera è il grembo da cui scaturisce il rinnovamento pastorale e missionario delle nostre comunità. Tutti vogliamo la diocesi, le parrocchie, le associazioni, le aggregazioni ecclesiali, diverse, più vive e dinamiche, aperte all’accoglienza e attente alla vita della gente. Ma perché questo non sia solo un sogno, diamo anima soprannaturale al nostro lavoro. Gli incontri servono e occorre farli, ma prima ancora c’è da guardare verso il Signore. Sì, guardiamo verso il Signore e saremo raggianti (cf. Salmo 33,6).

È quel che ci stiamo prefiggendo con il cammino sinodale che è ormai nella fase sapienziale. Abbiamo appena rinnovato i Consigli pastorali a tutti i livelli. Questo tempo di Quaresima, che coincide con l’inizio dei lavori di questi organismi di partecipazione, faccia crescere, in tutti quelli che vi sono stati chiamati a partecipare, la consapevolezza che questo servizio è per la crescita nella fede e nella missione delle comunità. Guidati da quanto è emerso nei lavori dei due anni precedenti e seguendo la Linee guida per la fase del cammino sinodale delle Chiese in Italia, in un clima di intensa preghiera, ho fiducia che sapremo maturale scelte coraggiose per “una pastorale sempre più attenta alla vita delle persone”.

Abbiamo appreso in questi primi anni del cammino sinodale che non ci può essere confronto tra noi se non in un contesto di preghiera e di dialogo costante con il Signore. Papa Francesco, nella recente Domenica della Parola, nella sua omelia ha ricordato che più che “parole sulla Chiesa”, dobbiamo ripartire dalla Parola di Dio, quella che “risuona nella Chiesa” (cf. Omelia, 21 gennaio 2024). La preghiera comunitaria e la preghiera personale devono essere perciò la strada giusta per rinnovare la Chiesa di Cristo con la forza mite ed umile della Parola, superando quella tentazione sempre in agguato di partire dalle nostre sole sensibilità o visioni di Chiesa.

Mi piace infine richiamare come la preghiera ci offra la possibilità di fare nostri i sentimenti del Cuore di Cristo. Lui, che nella sua vita terrena, ha mostrato la vicinanza alla gente che incontrava, diventa modello per le nostre scelte quotidiane. Un’autentica spiritualità, animata dallo Spirito Santo, non porta mai ad uno spiritualismo sterile, che si ferma ai soli incontri di preghiera, tesi unicamente ad appagare un formalismo religioso. Essa invece, partendo da quei momenti, porta a farci prossimi di chi incontriamo, ci aiuta a guardare alle necessità concrete di chi è povero e in cerca di dignità, a non voltarci dall’altra parte. Se Cristo è in noi, se i palpiti del suo Cuore sono i palpiti del nostro cuore, allora sì che siamo nella storia alla maniera di Cristo.

In questo contesto si inserisce la colletta della Quaresima della carità 2024, che, d’intesa con la Caritas diocesana, destino all’avvio della Casa della carità, a Pezze di Greco, a servizio dell’intera zona pastorale di Fasano sud. Sarà un ulteriore segno di attenzione agli ultimi, che si intreccia con altre esperienze simili che da qualche anno abbiamo realizzato in altre zone pastorali. Questa struttura, adattata alle esigenze dell’accoglienza ed in fase di ultimazione negli arredi, avrà al suo interno alcuni servizi: il Centro d’Ascolto della zona Fasano Sud, la dispensa alimentare, una mensa per le persone sole, uno spazio di accoglienza temporanea per quattro persone in difficoltà. Il contributo che raccoglieremo sarà destinato al completamento degli arredi e alla gestione della fase iniziale. Intanto però, dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana giunge la richiesta di una colletta straordinaria da compiersi in tutte le diocesi d’Italia nella prima Domenica di Quaresima – 18 febbraio 2024 – per la Terra Santa. In allegato avrete del materiale per sensibilizzare e un mio biglietto di accompagnamento.

Ci affianchi e ci sostenga nel cammino quaresimale Maria, donna di preghiera, maestra di vita spirituale, Madre del Signore crocifisso e risorto. Lei che ha meditato nel suo cuore tutto ciò che le accadeva (cf. Lc 2,19) e ha camminato con il suo Figlio fin sotto la Croce, partecipando alla sua passione, interceda per noi perché nella preghiera, nell’ascolto della Parola e nella comunione fraterna possiamo edificarci come Chiesa che vive e annuncia la gioia del Vangelo..

Tutti vi benedico, mentre chiedo la benedizione di tutti sul mio ministero nell’amata Chiesa di Conversano-Monopoli.

+ Giuseppe Favale

 

Messaggio per la Quaresima 2024

Brochure Quaresima 2024