Festa della Madonna della Madia 2025

MONOPOLI CALA BATTERIA

14 agosto 2025

 

Ancora una volta siamo qui, a Cala Batteria, per rivivere un evento che segna lo scorrere del tempo nella nostra Città. Qui Monopoli ritrova il suo volto più genuino di Civitas Mariae.

Al di là della semplice curiosità di folclore di alcuni, questa sera in molti siamo, nel nostro porto, sul nostro mare, con gli occhi pieni di luce e il cuore colmo di attesa. L’Icona della Madonna della Madia approda di nuovo a Monopoli. Non è soltanto una rievocazione, non è solo memoria. È presenza. È grazia viva. È predilezione della Madre verso noi suoi figli.

Maria non è solo Colei che è venuta una volta, in un tempo lontano, sulle travi che portarono a compimento la costruzione della nostra Cattedrale. Maria viene ancora oggi. E questo approdo è un segno, il segno che Dio non ha dimenticato il suo popolo, ma continua a farsi vicino, a camminare con noi, a mostrarci, attraverso Maria, il volto mite e forte del suo amore di Padre.

Sì, Maria approda oggi nella nostra Città, approda in questo nostro tempo.

E che tempo è, questo?

Un tempo fatto di luci e ombre, un tempo fatto certamente di forti incognite per il futuro, ma anche abitato da tanti germogli di speranza.

Un tempo che ha più che mai bisogno di leggere la sua storia alla luce del Vangelo. Ed è questo che noi, discepoli del Risorto, dobbiamo fare per essere lievito per la nascita di una nuova umanità.

Pochi giorni fa, circa un milione di giovani si è radunato con il Santo Padre Leone XIV a Tor Vergata, in occasione del Giubileo. Ragazzi e ragazze provenienti da ogni angolo del mondo, spinti non da passioni ideologiche, ma da un desiderio ardente, una sete autentica di incontro con Gesù. Una sete di verità, di pace, di amicizia, di vita piena.

È un segno. Sì, quello vissuto a Roma con il Papa è un segno potente. Un approdo anche questo: il mare della storia è stato solcato da giovani animati dal desiderio di trovare un senso, una direzione, un orizzonte luminoso per la propria vita. Sono giovani che guardano con fiducia al futuro, con la voglia di mettere in gioco le proprie potenzialità e il proprio entusiasmo.

Ma nello stesso tempo – e come potremmo ignorarlo? – altre navi solcano i mari della nostra storia, cariche di dolore e di sangue, di distruzione e di morte. Come non pensare in quest’ora, per noi di gioia, all’ultima tragedia avvenuta proprio ieri vicino alle coste di Lampedusa, dove uomini e donne e bambini disperati, volevano approdare per toccare un lembo di terra dove sarebbe stato possibile dare inizio ad una vita di dignità, di libertà e di serenità e che invece hanno cancellato per sempre i loro sogni infranti dalle onde del mare?

E intanto la guerra continua a lacerare Gaza, l’Ucraina, e tanti altri luoghi dimenticati. Le bombe, i muri, l’odio, sembrano avere ancora la voce più forte. Chi ha in mano le sorti degli eventi, sembra sempre più sordo al grido degli innocenti, incapace di intraprendere percorsi di riconciliazione.

Ed ecco, in mezzo a questa storia, oggi Maria approda, non solo qui a Monopoli, ma anche in tante altre parti del mondo, perché il suo cuore di Madre la conduce lì dove ci sono figli da accogliere, da abbracciare teneramente e da consolare.

Viene non per offrirci una via di fuga, per andare in un eldorado che non esiste. Viene piuttosto per indicarci criteri di lettura di quanto avviene, di discernimento, di responsabilità. E stasera la Madonna ci chiede di lasciarci guidare da quanto il Santo Padre ha consegnato ai giovani del mondo nell’incontro giubilare.

Proprio lì, a Tor Vergata, il Papa ha consegnato quattro parole. Quattro parole che vorrei risuonassero per tutti noi anche qui, stasera, nell’evento che stiamo celebrando:

Fraternità, amicizia, pace, giustizia.

 

Sono le parole di cui ha bisogno il cuore dei giovani, sempre più disorientato e soffocato da paure.

Sono le parole di cui ha bisogno l’intera umanità, lacerata da inimicizie, lotte, spargimento di sangue innocente.

Sono le parole di cui abbiamo bisogno noi, qui stasera, perché le facciamo diventare pane quotidiano.

Sono le parole che possono guarire le ferite del mondo.

Sono le parole che sole possono aprire spiragli di vita lì dove ora regna sovrana la morte.

Sono le quattro travi su cui può ancora approdare la speranza.

 

Fraternità. Nessuno si salva da solo: siamo tutti parte della grande famiglia umana, uniti da vincoli di solidarietà, prossimità, accoglienza reciproca. L’etnia, la lingua, la religione non devono essere muri che dividono ma diversità che arricchiscono e aprono alla fraternità umana, da cui nessuno deve essere escluso.

 

Amicizia. La vita vera non si costruisce nell’isolamento ma nell’incontro. Amicizia è guardarsi negli occhi, aprire le braccia, sorridersi, perdonarsi, camminare insieme, fidarsi dell’altro.

 

Pace. Non c’è futuro nella violenza. La violenza crea baratri invalicabili e fomenta l’odio, la pace invece è linfa di vita, ricostruisce rapporti spezzati, facendo sentire il profumo della risurrezione lì dove c’è il tanfo della morte.

 

Giustizia. Sì, senza giustizia non può esserci né pace né libertà: opus justitiae pax, dice il profeta Isaia. La giustizia è il fondamento di una convivenza pacifica e cordiale. La giustizia è il distintivo di ogni impegno sociale e alla giustizia dobbiamo formare le nuove generazioni, che devono crescere nella volontà di fare qualcosa di bello e di buono per la comunità umana, anche qui a Monopoli. E incoraggio i giovani di Monopoli e dell’intera diocesi a non tirarsi fuori dall’impegno sociale e politico, ma ad investire le proprie energie in un campo che è una forma alta della carità cristiana.

 

Cari amici,

se vogliamo davvero accogliere Maria nella nostra città, se vogliamo che il suo approdo sia fecondo, non possiamo restare spettatori nel grande palcoscenico della storia, lavandoci pilatescamente le mani o voltandoci con indifferenza dall’altra parte, dicendo: non mi riguarda. Accogliere oggi Maria qui a Monopoli deve significare per tutti noi assunzione di responsabilità per il bene comune, volontà di servire la comunità umana, abbattendo i muri e coltivando la fiducia reciproca. Insieme si va avanti, insieme possiamo dare un volto nuovo all’oggi e al domani.

Rendiamo queste parole, parole di vita. Trasformiamole in scelte quotidiane: nella famiglia, nel lavoro, nella scuola, nella politica, nelle relazioni tra noi.

Maria è con noi, ci precede, ci accompagna, ci custodisce. E come sempre, anche oggi, ci porta Gesù, il solo che può salvare la nostra umanità. Accogliamolo come dono prezioso dalle sue mani. È lui la nostra pace!

Apriamo a Lei il cuore della nostra Città, il cuore delle nostre famiglie, il cuore di ciascuno di noi.

Invochiamola ora con fiducia:

Madonna della Madia, grazie perché ancora oggi vieni a visitarci.

Noi ti accogliamo con amore di figli e tu rinnova la nostra fede, donaci il coraggio di osare la speranza, spezza le nostre paure, tieni vivo il fuoco dell’amore vero, che sa osare gesti di eroismo nell’attenzione e nella cura del prossimo.

Ispira in chi ha in mano le sorti dei popoli pensieri di riconciliazione e di pace nella giustizia e nella solidarietà con i più fragili e provati.

Guida i nostri giovani, così spesso disorientati e smarriti, a camminare nella gioia;

guida tutti noi nel grande mare della storia,

facci sentire che con Gesù tuo Figlio possiamo affrontare tutte le prove della vita.

Dona alla nostra Monopoli e al mondo intero il dono della pace, fondata sulla tutela di ogni persona umana,

e a ciascuno di noi la grazia di essere seminatori di speranza. Amen.